23 feb 2018

Perfino Catone scriveva ricette



 
TITOLO: Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi.
AUTORE: Eva Cantarella
GENERE: Saggistica
PREZZO: 6,99 euro
PREZZO EBOOK: 16,00 euro
CASA EDITRICE: Feltrinelli

TRAMA
Come frequentare la cultura dei greci e dei romani, in un'epoca di polverizzate nozioni e di frantumate informazioni? Eva Cantarella, che ha intrapreso da una decina d'anni un'opera di appassionata e intelligente divulgazione, sembra rispondere che la frantumazione non lavora necessariamente contro la conoscenza. E dunque abilmente seziona, isola in microracconti un mondo altrimenti confinato nei testi accademici: attinge al materiale immenso dei suoi studi e delle sue predilezioni per consegnarci il mosaico della vita degli antichi, con l'intento dichiarato di farceli sentire "nostri contemporanei". Come vivevano, greci e romani, i sentimenti dentro e fuori la famiglia? Com'era organizzato l'istituto famigliare? A quali immagini affidavano la loro identità? La cucina andava di moda a Roma come da noi? Procedendo per segmenti, per narrazioni, aneddoti, considerazioni morali e politiche, Eva Cantarella ci svela i più diversi aspetti della vita pubblica e privata nell'antichità classica: cibo e banchetti, bellezza e cura del corpo, giochi e sport, superstizione e magia, politica e diritto, nascita e morte. Questi frammenti di vita vissuta offrono il ritratto vivo e palpitante di uomini e donne a noi vertiginosamente vicini, i cui sogni, paure, speranze, aspettative, desideri sono spesso gli stessi che attraversano la mente e il cuore di noi che li guardiamo da una distanza di quasi duemila anni.

RECENSIONE
Nata nel 1936, Eva Cantarella è per me l’equivalente femminile di Alberto Angela ovvero un pozzo di saggezza che scrive con divina bravura.
L’argomento che qui affronta è la vita quotidiana a Roma, uno dei miei preferiti (sì, anche se frequento lo scientifico mi piace la Storia!)
Il libro è strutturato in brevi capitoli e agili racconti che toccano argomenti tra i più disparati, dalla sessualità alla cura del corpo, dai supplizi alla morale, restituendoci con vivida intensità personaggi, storie e miti della nostra antichità.
Ed è proprio questa la grande suggestione del libro: ritrovarsi d’incanto a rivivere quel passato a noi inaccessibile che ha contribuito a renderci ciò che oggi siamo.

GIUDIZIO
Andiamo a Roma? Sì!!!!

16 feb 2018

Stress e performance atletica



 
TITOLO: Stress e performance atletica
AUTORE: Cesare Picco
GENERE: Saggistica
PREZZO: 13,60 euro
PREZZO EBOOK: /
CASA EDITRICE: Edizioni Psiconline

TRAMA
La qualità dei nostri risultati sportivi non dipende unicamente dalla pianificazione degli allenamenti e dall'attenzione dedicata alla cura dell'alimentazione. Un ruolo determinante è giocato dalla variabile mentale. Cosa significa avere "testa"? In cosa consiste l'aspetto mentale? Come allenare la nostra mente per avere una ricaduta a livello sportivo? Cesare Picco risponde a queste domande ponendo al centro della scena il concetto di stress e la sua gestione.
Un’analisi dettagliata del rapporto tra livelli di stress e performance atletica e una comprensione del suo funzionamento può avere una concreta ricaduta sui risultati sportivi. In una cornice di unitarietà di mente e corpo l'autore individua 5 tipologie atletiche e ogni atleta potrà scoprire e riconoscere la propria. Attraverso questa consapevolezza sarà possibile sfruttare al meglio i propri livelli di stress sia per accrescere le performance sia per comprendere in quali fasi della preparazione sportiva (allenamento, pre-gara, gara, recupero) si incontrano le maggiori difficoltà.

RECENSIONE
Chi mi conosce sa che io sono una ragazza polpetta, ovvero preferisco un buon libro allo sport e non mi ammazzo di fatica: ritmo di vita salutare, sì, ma per il resto lascio fare agli altri.
Dunque sono rimasta spiazzata quando mi è stato chiesto di recensire questo libro, ma alla fine ho accettato la sfida e col marito della mia sorellona (che è un patito di sport!) l’ho letto tutto.
Non chiedetemi cosa ci ho capito dentro a livello tecnico perché da ignorante in materia vi risponderò: niente.
Mio cognato invece ha detto che tecnicamente questo libro è un gioiellino perché analizza in modo accurato come lo stress interagisce sul corpo partendo dalla mente, che quindi diventa uno dei fulcri principali nel discorso “attesa contro performance” che è strettamente connessa anche al vissuto personale di un atleta.
Il libro dimostra come, lavorando tanto sulla psiche quanto poi sul corpo, un atleta può imparare a controllare in un modo unico e personale se stesso e diminuire lo stress dalla preparazione alla fine di una gara, ottenendo risultati non solo positivi ma anche piacevolmente inaspettati.
Cosa posso dire, da parte mia?
Che il libro è scritto bene, non annoia, è interessante nei contenuti e anche divertente.
Niente male!

GIUDIZIO
Se lo sport è il vostro pane, questo libro fa per voi!

10 feb 2018

La mia fuga da Facebook



 
TITOLO: La mia fuga da Facebook
AUTORE: Francesca A. Vanni
GENERE: Saggistica
PREZZO: /
PREZZO EBOOK: 2,49 euro
CASA EDITRICE: StreetLib Selfpublishing

TRAMA
“Il Web e i social network sono nati come spazio libero (libero, davvero: forse il primo nella storia davvero libero). Poi, non so quando, non so come, sono diventati terreno di biada del peggiore e più barbaro e più violento fascismo verbale (e non solo) .
Un giorno i nostri figli verranno a chiederci dove eravamo mentre un posto nato libero stava diventando il pascolo preferito dei fasci.
E quel giorno faremmo bene a dirgli che eravamo dalla parte giusta, ossia da un’altra.”
(Luciana Grosso)

Facebook è il social media più famoso nel mondo.
Ma cosa si cela realmente dietro al “magico mondo” di Facebook?
È tutto rose e fiori oppure si sta espandendo nel mondo del web(e anche fuori da esso) un silenzioso cancro che prima o poi ucciderà la nostra società?
In questo saggio Francesca A. Vanni cerca di indagare a fondo nella questione, tentando di spiegare perché è meglio andare controcorrente e non far parte del mondo di Facebook.

RECENSIONE
Oh, leggere questo saggio è stato come ricevere un pugno dritto nello stomaco e cercare di capire come e quando è arrivato.
Francesca A. Vanni, autrice di libri che ho già recensito e trovato molto belli, mi ha stupita con questo saggio.
In primis perché scrivere un saggio non è facile (ricordo ai profani della lettura che un saggio è completamente diverso da un romanzo, è un mondo con regole tutte sue) e lei ci è riuscita brillantemente.
In secondo luogo perché questo saggio/denuncia mi ha fatto aprire gli occhi (motivo per cui, signori, su fb non mi vedrete più se non per recensioni e segnalazioni) e comprendere in quale pericolosa ragnatela tutto il mondo mediatico e non si sta invischiando.
Una volta finito questo libro, la logica domanda è: cosa sto facendo, perché sono su quel social media?

“Facebook è così famoso soltanto perché è il social media più frequentato, con tutti i contro e i pochissimi pro del caso.
Facebook restituisce al mondo un’idea dell’individuo falsata e troppo spesso lesiva in termini di immagine pubblica, di rapporti professionali, sociali e anche umani.”

GIUDIZIO
Diretto e forte. Da leggere per aprire gli occhi.

2 feb 2018

L'importanza della traduzione



Traduzione mezza pubblicazione.
Nel senso che una buona traduzione dà pregio a un libro e una brutta traduzione ne abbassa la qualità e il recensore ne deve sempre tenere conto.
In che senso?
Nel senso che prima di sparare a zero su un’opera si deve fare la differenza fra l’opera e la traduzione, perché molto spesso i libri in lingua originale sono validissimi ma le traduzioni fanno pena.

Un caso eclatante sono i libri della saga di Harry Potter (e meno male che ci si è messo lo staff Bartezzaghi a tradurli, altrimenti...) o ancora I signori dei Sith di cui vi avevo parlato tempo fa, o i libri del mio amato Angolo del suicidio (il gruppo Francy&Alex Translations traduce in modo pietoso, mai mi stancherò di dirlo: non ho ancora compreso se le traduttrici siano analfabete o se proprio scrivono così male).
Libri belli o almeno accettabili in lingua originale, pessimi dopo la traduzione.
Tutto perché i nuovi traduttori sono spesso incompetenti, si fanno aiutare da programmi come Google Translator e sono convinti che parlare (o scimmiottare) una lingua straniera significhi saperla tradurre.
Niente di più sbagliato.
Come dice Mario Luzi: “la traduzione di fatto si risolve in un oscuro patteggiamento di concessioni, di resistenze, di pretese senza prova di legittimità tra autore e autore.”  
In pratica, un libro tradotto non corrisponderà mai all'originale, né in contenuti e nemmeno nei nomi dei luoghi o dei personaggi (un giorno qualcuno mi spiegherà come Severus Snape diventò Severus Piton o Neville Longbottom diventò Neville Paciok. Uguali, non c'è che dire). 
Volenti o nolenti, la triste storia è questa qua.

Pertanto, se volete recensire un libro straniero, sottolineate sempre la differenza fra la storia così com’è stata scritta e la storia tradotta.
È importante e rende onore a quegli scrittori ingiustamente bistrattati.